Una dedica

Dedicata a Donato, che, ripensando a lui la sera, ho bagnato le lenzuola...

Dopo vari scambi di mail ci incontriamo. Lo raggiungo in treno, un viaggio lungo e agitato. Era un incontro a 3: io, lui e la sua amica. Nelle mail avevamo stabilito i ruoli. Lui era il Signore, cui avrei dovuto sempre rivolgermi, anche in pubblico, dandogli del Voi. Poi c'era l'amica, che dovevo chiamare Madame. Il mio nome era Troia.
Entrambi sono alla stazione e mi accolgono e mi fanno subito sentire a mio agio. Mi accompagnano all'albergo dove mi riposo e mi sistemo in attesa della sera.
Mi preparo come concordato, un lungo mantello che mi copre fino a poco sopra le caviglie e un paio di scarpe tacco 12. La stoffa del mantello è piuttosto leggera e aderisce alle mie grosse mammelle; in più l'eccitazione di essere completamente nuda sotto mi fa indurire i capezzoli. Lo spettacolo che offro attraversando la hall attira parecchi sguardi.
Loro puntualissimi arrivano e andiamo al casolare. Appena arrivati Signore sparisce e rimango sola con Madame. Tanto era stata gentile e carina fuori dal casolare, tanto adesso è volgare e minacciosa... Mi toglie il mantello e mi conduce al luogo della mia schiavitù... un cappio scende dal soffitto insieme a 6 tubi di metallo che hanno dei bracciali agli estremi. Sono sistemati in modo da immobilizzarmi la braccia aperte, in una sorta di crocifissione. Un meccanismo adatta l'altezza dei tubi e mi tende. Le caviglie sono a loro volta legate a degli anelli a terra, sono a gambe larghe...
Donato entra, si siede su una poltrona di fronte a me, qualche metro di distanza. E' nudo, il suo cazzo duro attira i nostri occhi. Madame si spoglia nuda e si inginocchia davanti a lui che le afferra la nuca e la costringe ad ingoiare quel grosso palo. Sento i rumori dell'ingoio che mi eccitano. Quando il cazzo è ricoperto di bave e ben lubrificato, lascia libera Madame e le impartisce un ordine. "Frustala, sulle mammelle"
Una donna sa come far soffrire un'altra donna. 5 colpi precisi che mi tagliano il capezzolo destro, poi altri 5 sul capezzolo sinistro. Signore intanto si sega, soddisfatto. Madame torna da lui, si inginocchia. Si ripete la scena, poi l'ordine "voglio sentirla urlare".
Cambia frusta, adesso ne ha una lunga, pesante... La fa roteare sopra la testa, poi fa un passo per avvicinarsi e abbattere la frusta su di me con tutta la forza che ha. Mi colpisce a ripetizione, segnandomi le carni sul fianco, sul costato e sulla mammella sinistra. Dopo ogni colpo ritrae la frusta con un movimento secco che la fa scorrere sulla pelle.
Faccio di tutto per non urlare e non cedere... Dopo vari colpi si avvicina, il suo seno fresco preme contro il mio... mi sputa in faccia "Resisti Troia, resisti... mi eccita vederti contorcere e tra poco sanguinare. Tanto quando voglio spezzarti, so come fare..." Si rimette in posizione e inizia un nuovo massacro. Colpi ritmati e violenti su cosce, ombelico, figa, costato e seni.
Nonostante la mia volontà, un colpo mi colpisce in pieno il clitoride e perdo il controllo... urlo... I colpi cessano, Signore richiama Madame e la invita ad abbassare i tubi che formano la croce. sento un ronzio, Signore mi guida fino a che mi trovo, sempre crocifissa, ma seduta sui talloni. Il suo cazzo scappellato è davanti alla mia bocca, lo prendo in bocca, la cappella mi invade, turgida. Sento la sua voce che intima a Madame di guardare e non fare nulla. Pur costretta dai legacci, ciuccio la cappella, ma in risposta sento un fiotto di piscio che mi invade. Adoro il piscio, cerco di bere tutto, ma mi è impossibile e sporco Signore... "Madame, punisci questa Troia incapace... divertiti". Ronzio, stavolta vengo fatta alzare. Dei bracciali mi bloccano all'altezza delle ginocchia e mi impediscono di chiudere le cosce. Madame è di fronte a me, allunga il piede e prende le misure... poi un calcio in figa... "AAAAAHHHHHHHH" non trattengo l'urlo. Signore la incita "Ottimo Madame, continua". I calci arrivano ritmici e violenti... il dolore mi sovrasta, perdo il controllo e mi piscio addosso.
Mi liberano, mi accascio senza forze nella pozza del mio piscio, riesco solo a portare una mano sulla figa e una sui seni, e sentire sulle mani il mio sangue. Escono e mi lasciano lì.
Vado verso il congelatore, metto del ghiaccio in uno straccio che poi lego sulla mia vagina e dell'altro in due contenitori in cui immergo le mammelle. So per esperienza che fare così mi permetterà di fare il viaggio di ritorno tra due giorni in maniera dignitosa... mentre cerco di curarmi, la stanchezza data dallo sforzo di resistere alle torture ha il sopravvento, devo dormire. C'è un letto, senza lenzuola e con un materasso così ruvido che se mi stendo, rischio solo di scorticarmi di più. Mi siedo sulla sedia e appoggio la testa sul tavolo. Neanche così va bene, la figa è troppo martoriata... Prendo allora due sedie, una gamba su una e l'altra sulla seconda, così che la figa non appoggi.
Mi addormento, nonostante la posizione in modo profondo. La mattina, ancora addormentata, arriva Signore. Mi vede in quella posizione pietosa e fa una cosa magnifica. Si inginocchia sotto al tavolo e mi succhia i piedi, l'alluce, passa la lingua tra le dita come se quella fosse la fessura della fica... Mi sveglio dolcemente, un risveglio bagnatissimo, sento le goccioline che hanno creato una piccola pozza sotto la mia figa... "Grazie Signore, siete dolce...". "Grazie a te Troia" e intanto si alza, mi mette a pecora e affonda il cazzo nella mia figa ancora dolorante.